
11 Giu
Imparare e migliorare l’Italiano con la musica
Ciao sono Valentina, insegnante di italiano L2 / LS in ELLCI Milano. Oggi scopriamo le canzoni italiane per imparare l’italiano che ci faranno sognare l’estate e il mare.
Ho sempre amato l’italiano per la sua naturale musicalità: la facilità con cui una parola, un’espressione, una frase possano rimanere incastrate nella nostra memoria, lì pronte a essere ricordate, ripetute e canticchiate in qualsiasi momento.
Cosa c’è di meglio delle canzoni italiane per imparare l’italiano con la musica? L’associazione dell’italiano alla musica è immediata, istantanea. Porta con sé immagini di teatri, orchestre, chitarre davanti a una spiaggia e giornate fatte semplicemente di canzoni. Note e parole che escono dai balconi, dalle macchine e dalle voci di passanti distratti, persi nel ritmo delle città.
Niente è più efficace ed evocativo di una canzone estiva; chiudiamo gli occhi e siamo già su una spiaggia, in coda in autostrada sognando di tuffarci in un mare cristallino, di ballare tutta la notte a piedi nudi aspettando l’alba o un nuovo amore.
Ecco i tormentoni estivi che ho scelto per voi: le migliori canzoni italiane per imparare l’italiano.
5 canzoni per imparare l’italiano
Iniziamo con il nuovo singolo di Diodato “Un’altra estate”.
Il vincitore di Sanremo, con la sua voce calda e potente, riaccende la speranza dopo questi mesi di buio portandoci in vacanza anche quest’anno, anzi soprattutto quest’anno. Chissà che effetto fa? Insomma ce ne andiamo al mare anche se non ci credevamo più, un’altra estate ci consola e ci rincuora. Un buon esercizio per capire bene i vari usi di CI tra pronomi diretti e verbi pronominali. Solo per veri coraggiosi.
Lo vedi arriva un’altra estate
lo so non ci credevi più
che è stato buio l’inverno, troppo duro un inferno
è così immobile la primavera
Ma tu ora dove sei?
dimmi dove sei
che oggi ti porto via
E ce ne andiamo al mare
chissà che effetto fa (chissà che effetto fa)
vediamo se questo tempo ci rincuora
se questa estate ci consola
Lo vedi amico arriva un’altra estate
e ormai chi ci credeva più
che è stato duro l’inferno ma non scaldava l’inverno
hai pianto troppo questa primavera
E tu ora dove sei?
dimmi dove sei
che oggi se vuoi ti porto via
E ce ne andiamo al mare
chissà che effetto fa (chissà che effetto fa)
vediamo se questo tempo ci rincuora
se questa estate ci consola
E nuoteremo con il cuore in gola fino all’orizzonte
perchè in fondo noi in quell’orizzonte ci crediamo ancora
ci crediamo ancora
tu ci credi? (tu ci credi, tu ci credi?)
Io ci credo ancora
E ce ne andiamo al mare
chissà che effetto fa (lo devi arriva una tempesta)
e ce ne andiamo al mare
chissà che effetto fa (che poi magari ci consola)
La seconda canzone è un classico dell’estate italiana: Mare mare di Luca Carboni. Non esiste un posto dove non passi questa canzone tutti gli anni, un vero e proprio cult degli anni ’90. Quest’anno reinterpretata da Elisa in una nuova bellissima versione, più elettrica e fresca a inaugurare quest’estate 2020. Anche qui non vediamo l’ora di raggiungere il mare, questa volta in moto, ma anche un amore con la stessa impazienza. Ci starà aspettando?
Un pezzo perfetto per ripassare le preposizioni, senza stress, sfrecciando con la mente da Bologna in autostrada, in un bar, sul molo e tra le onde.
Ho comprato anche la moto
usata ma tenuta bene
ho fatto il pieno e in autostrada
prendo l’aria sulla faccia
Olè tengo il ritmo prendo un caffè
lo so
questa notte ti troverò
Son partito da Bologna
con le luci della sera
forse tu mi stai aspettando
mentre io attraverso il mondo
Alè questa notte mi porta via
olè questa vita mi porta via…
mi porta al mare
Mare, mare, mare
ma che voglia di arrivare lì da te, da te
sto accelerando e adesso ormai ti prendo
mare, mare, mare
ma sai che ognuno* c’ha il suo mare dentro al cuore sì
e che ogni tanto gli fa sentire l’onda
mare, mare, mare
ma sai che ognuno* c’ha i suoi sogni da inseguire sì
per stare a galla e non affondare no, no
Ma son finito qui sul molo
a parlare all’infinito
le ragazze che sghignazzano
e mi fan sentire solo
sì ma cosa son venuto a fare
ho già un sonno da morire
Va beh, cameriere un altro caffè
per piacere
alè tengo il ritmo e ballo con me
Mare, mare, mare
cosa son venuto a fare se non ci sei tu
no, non voglio restarci più no, no, no,
mare, mare, mare
cosa son venuto a fare se non ci sei tu
no, non voglio restarci più no, no, no,
mare, mare, mare
avevo voglia di abbracciare tutte quante voi
ragazze belle del mare, mare,
mare, mare, mare
poi lo so
che torno sempre a naufragare qui..
[*Ricordatevi che l’espressione “c’ha” fa parte dell’italiano colloquiale parlato e, nonostante sia molto diffusa, non è da considerarsi grammaticalmente corretta. Dovrebbe essere “ognuno ha il suo mare dentro al cuore, ognuno ha i suoi sogni da inseguire”]
La terza canzone è del 2009 “Verrà l’estate” di Malika Ayane e Pacifico. Due grandi artisti e bellissime voci che ci portano in vacanza su un treno lento che costeggia il mare attraversando campagne, profumi, luci e colori dell’estate mediterranea. Godiamoci questo viaggio dal finestrino e riflettiamo un po’ sul tempo futuro. Che estate sarà quella che verrà?
Verrà l’estate
sarà nel vento
nel fiato caldo dietro le persiane
nelle campagne gialle consumate
nelle strade vuote
Verrà l’estate
senza avvisare
Un treno lento che costeggia il mare
Sul marciapiede vuoto alla stazione
ti farai trovare
Sempre ti aspetto
Apro per te ogni finestra
respiro e l’aria è fresca
Salterà i muri,
le cancellate
Starà nei pozzi, in fondo ai corridoi
E verrà a prenderti, a portarti fuori
Sempre ti aspetto
salvami stanco e infelice
Nell’aria la tua luce
Proseguiamo con uno dei più grandi successi degli ultimi anni e viaggiamo da Roma a Bangkok con Baby K e Giusi Ferreri. “Roma – Bangkok” del 2015 strizza l’occhio al reggaeton e al pop elettronico regalandoci un inno dell’estate che non dimenticheremo facilmente.
Lasciamoci trasportare dal condizionale Volerei da te, ti seguirei fino in capo al mondo e diamo un po’ di energia al viaggio con gli imperativi vestiti in fretta, abbassa i finestrini e alza il volume. Pronti, via!
Yo, Baby K
Vestiti in fretta perché ho voglia di far festa
Sai non importa il trucco, la bellezza è in testa
Abbiamo visto il cielo piangerci addosso
Perciò balliamo ora che il sole è il nostro
Voglio una musica che mi ricorda l’Africa
All’improvviso tutto il mondo cambia pagina
Innamorarsi con la luna nel mare
Partire e tornare
Senza sapere quando
Andata senza ritorno
Ti seguirei fino in capo al mondo
All’ultimo secondo
Volerei da te, da Milano
Fino a Hong Kong
Passando per Londra, da Roma e fino a Bangkok
Cercando te
Stacca dal tuo lavoro almeno per un po’
La vita costa meno trasferiamoci a Bangkok
Dove la metropoli incontra i tropici
E tra le luci diventiamo quasi microscopici
Abbassa i finestrini voglio il vento in faccia
Alza il volume della traccia
Torneremo a casa solo quando il sole sorge
Questa vita ti sconvolge
Senza sapere quando
Andata senza ritorno
Ti seguirei fino in capo al mondo
All’ultimo secondo
Volerei da te, da Milano
Fino a Hong Kong
Passando per Londra, da Roma e fino a Bangkok
Cercando te
Anche i muri di questa città mi parlano di te
Le parole restano a metà
e più aumenta la distanza tra me e te
Giuro questa volta ti vengo a prendere
Senza sapere quando
Volerei da te, da Milano
Fino a Hong Kong
Passando per Londra, da Roma e fino a Bangkok
Cercando te
Concludiamo con un tocco di indie pop direttamente dall’estate scorsa. Coez con la sua “Domenica” ci porta a spasso col braccio che penzola dal finestrino, i piedi sul cruscotto e in bici senza mani ridendo senza un motivo. Come se fossimo bambini, come se fossimo destini, come fosse domenica con te: congiuntivi imperfetti in una giornata perfetta.
Vorrei fosse domenica
andare in bici senza mani
una risata isterica
e sconvolgere i tuoi piani
e volare senz’elica
senz’elica con te
vorrei fosse domenica
niente stadio né partite
una coda patetica
su questa statale andare
volare senz’elica
senz’elica io e te
È come se fossimo bambini
come se fossimo destini
che si corrono accanto
con le mani nel vento
come fosse domenica con te, con te
Vorrei fosse domenica
tu coi piedi sul cruscotto
io il braccio che penzola
l’orologio sotto al sole che scotta
e ripenso alla mia vita senza te
vorrei fosse domenica
e tua madre fosse meno, un po’ meno nevrotica
e tuo padre oggi bevesse soltanto acqua tonica
io e te a ridere
È come se fossimo bambini
come se fossimo destini
che si corrono accanto
(che si corrono accanto)
con le mani nel vento
(con le mani nel vento)
come fosse domenica con te, con te
Vorrei fosse domenica
vorrei fosse domenica
e stringi la giornata fra le dita
che tra poco è già finita
così è la vita, così è la vita
È come se fossimo bambini
come se fossimo destini
che si corrono accanto
(che si corrono accanto)
con le mani nel vento
(con le mani nel vento)
come fosse domenica con te, con te
come fosse domenica con te
(che si corrono accanto)
con te (con le mani nel vento)
come fosse domenica con te, con te
Come fosse domenica con te
(che si corrono accanto)
con te (con le mani nel vento)
come fosse domenica con te, con te
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